venerdì 25 agosto 2017

Terremoto Ischia: correlazione tra crolli ed abusivismo


Ben coscienti del fatto che per rendere interessanti e vendere notizie agli italiani, è necessario che le stesse veicolino sdegno, disprezzo, scandali, perversioni varie e violenza, i giornalisti non perdono mai occasione di appiccicare uno o più di questi accessori ad ogni notizia possibile.
Succede continuamente, e se un genere di notizie risulta particolarmente vendibile o funzionale a fini politici, i media sono capaci di raccogliere notizie diverse nell'ambito di un presunto fenomeno epidemico.
Ad esempio, riportare regolarmente a mezzo stampa quei 2 casi su 100.000 di meningite che NON configurano una situazione epidemica, può dare la falsa impressione che lo sia, inducendo gente che non si trova assolutamente a rischio a vaccinarsi correndo un rischio inutile.
Così, la stampa ha creato l'inesistente fenomeno del femminicidio che per altro,
così classificato, risulta in leggera ma costante diminuzione a partire dal 2005 e perpetrato ormai quasi esclusivamente da immigrati soprattutto di fede musulmana, Al contrario, la stampa pare non accorgersi del fenomeno in crescita reale che vede invertirsi i ruoli di vittima e carnefice, che con la stessa logica possiamo definire "maschicidio"e che, a differenza del cosiddetto femminicidio, è perpetrato maggiormente da "emancipate" donne italiane.

La correlazione tra crolli ed abusivismo tende a zero, e non può essere altrimenti.
Una casa crolla perché è realizzata senza i corretti criteri costruttivi, non perché è priva di qualche certificazione burocratica di dubbia validità, di un'autorizzazione e, soprattutto, del pagamento di qualche tassa onerosa.
Emblematico è il caso verificatosi nell'occasione del terremoto che ha colpito (anche) Amatrice in cui, a differenza di tutte le costruzioni circostanti, è rimasta illesa la casa che un macellaio si era costruito personalmente, adottando evidentemente criteri costruttivi adeguati al caso. Del resto, il buon senso non può essere certificato da nessuno né codificato in una legge.