giovedì 12 gennaio 2017

La violenza della tolleranza

 

- Aggiornato con un link il giorno 13/01/2017 - 

Uno degli aspetti che stanno condizionando in peggio la nostra epoca è l'adesione incondizionata al Pensiero Unico da parte di tutti i suoi sudditi.
Esso induce ad assimilare ed a mai più mettere in discussione una morale ed una scala di valori imposta dall'alto, concepita manifestamente ed indiscutibilmente allo scopo di rendere "immorale", eticamente discutibile o politicamente scorretta qualsiasi rivendicazione di libertà o autonomia intellettuale permettendo, in tal modo, il progressivo restringimento dello "spazio di manovra" individuale in osservanza di una fantomatica serie di diritti collettivi.

Ma è evidente che la cosa non può funzionare se si ammette che le masse siano formate da individui, anche se all'atto pratico non è esattamente così.


Tipico dello schiavo inconsapevole è difendere a spada tratta e con tutta la violenza possibile i diritti... del suo padrone.
Le ideologie vincenti vanno poi a formare la morale quindi il codice etico di un gruppo umano cioè di una nazione, "ciò che è giusto e ciò che è sbagliato" ed anche un marchio d'infamia da invocare ed apporre su qualsiasi considerazione intellettuale prescinda dai dogmi imposti.

Dopo la sconfitta storica del fascismo (notizia ancora non recepita dagli stolidi "antifascisti" del XXI secolo) la semplice collocazione "a destra" di un'idea o di un programma sono sufficienti a far storcere il naso alle masse benpensanti il Pensiero Unico. Non è certo un caso che il Sistema neoliberista abbia ottenuto i suoi maggiori successi ultracapitalistici avvalendosi di forze politiche sedicenti "di sinistra": i medesimi programmi, ove proposti e portati avanti da una "destra", non avrebbero mai ottenuto sufficiente "consenso" popolare.
Ho virgolettato il termine "consenso" perché le masse non sono in realtà in grado di esprimere consensi ma solo passive accettazioni.

Sarebbe quindi ora di discostarsi dall'insensata classificazione delle idee e dei fatti su cui s'interrogava il "sinistro" Nanni Moretti nel suo film Io sono un autarchico e, con maggior leggerezza, il più anarchico Giorgio Gaber nella sua celebre canzone Destra-Sinistra (non sono sicuro che questo sia il suo vero titolo ma ci siamo capiti, inserirò a margine uno dei più recenti video del brano).

La violenza con cui determinati pseudo-valori vengono difesi da determinati gruppi umani dovrebbe far pensare.
Vi risulta possibile mettere in discussione - nel senso semplicemente di correggerne l'accezione - con dei rispettivi "attivisti", concetti come l'animalismo, il femminismo, il razzismo, la tolleranza, ecc.?
Sono tutti termini questi che sono stati svuotati del loro significato originale e vengono usati oggi unicamente nella loro accezione allineata e utile al Potere.
Confucio ci avvertiva che quando le parole perdono senso, gli uomini perdono la libertà e possiamo aver conferma quotidiana di quanto avesse ragione.
Ecco infatti che il delicato e discutibile concetto di "razzismo" è stato trasformato in un mero capo d'accusa, invocato il quale è molto difficile difendersi. Ad esempio, al di là del fatto che la Giustizia appare applicata con diversi pesi e misure a seconda della razza e l'etnia dei giudicati, in Italia ci troviamo oggi all'assurdo che se un "italico" si permette di giudicare l'operato di un negroide, invece d'indagare sulle effettive responsabilità, si accusa il primo di razzismo e si è risolto il caso senza nemmeno analizzarlo. Questo è un comportamento smaccatamente razzista spacciato per antirazzista eppure sta diventando la norma.
Tempo fa c'è stato qualcuno che ha criticato - con le sue ragioni - l'operato o le idee della parlamentare italiana Kyenge e ricordo bene che la reazione immediata fu un'accusa di razzismo, agendo quindi in pieno regime di razzismo intellettuale, basandosi sulla discriminazione razziale della politica di origini africane invece che sul le sue azioni. Fossi in lei abbastanza intelligente ed obiettiva, mi sarei offesa e considererei l'accusa di ritorno - quella sì - "razzista" a tutti gli affetti. [Link ad un articolo esterno pubblicato un giorno dopo il presente post ma pertinente a quanto esternato nell'ultimo appunto]

Il principio Divide et Impera è attivo a pieno regime nella società civile e nel riflesso che ne costituisce internet, con l'aggravante che in rete, protetti da un labile anonimato, la gente è più incline a scrivere ciò che pensa realmente, senza i condizionamenti del politicamente corretto o dell'approvazione generale. Non a caso, Oscar Wilde sosteneva che basta fornire una maschera ad un uomo perché dica spontaneamente la verità.

Nelle discussioni in rete, nonché in società, si può constatare facilmente che sia la violenza verbale che quella fisica caratterizzano maggiormente chi si erge a paladino dei diritti e del rispetto reciproco: animalisti, vegani, sostenitori della demenziale ideologia gender, vetero femministe, vetero comunisti (se esistono ancora antifascisti, figuriamoci quando potranno mai sparire questi due gruppi), religiosi di qualsiasi confessione (anche se ora pare che solo gli islamici siano intolleranti), ecc. ecc.
In un Paese che ha regolamentato la caccia con uno dei codici più restrittivi del mondo, relegandone tra l'altro la pratica a soli 5 giorni alla settimana - e massimo 3 per ogni cacciatore - nell'ambito di meno di 5 mesi all'anno ulteriormente limitati per specie animale, c'è chi si prende la briga ed il rischio di partire da casa per andare miratamente a disturbare i cacciatori a caccia!
E pensare che stiamo parlando di una pratica connaturata all'essere umano, un diritto che dovrebbe essere considerato inalienabile, e lo sostengo io che a caccia non ci vado.
La pochezza intellettuale di chi prende iniziative del genere (non so quanto legali anche se inconcepibilmente non perseguite) è resa evidente dal fatto che magari molti di loro sono avvezzi al consumo di carne provenienti da allevamenti (dove sì che gli animali vengono sistematicamente torturati per tutta la loro breve vita ed uccisi spesso in maniera dolorosa) e la stragrande maggioranza non si pone il "problema" della pesca, immaginando forse che i pesci, in quanto muti, soffrano meno dei mammiferi terrestri. E' la stessa logica che porta a non prendere in considerazione le sofferenze di coloro ai quali vengono espiantati gli organi senza alcuna anestesia ed ovviamente, a causa dell'espianto muoiono.

C'è ancora chi cala i crostacei vivi nell'acqua bollente quando molti cuochi sostengono che da questa spietata pratica non ne deriva alcun vantaggio gustativo ma i sedicenti animalisti sono contrari alla morte - rapida e meno dolorosa possibile - inflitta da un cacciatore, perfettamente in linea col comportamento della maggioranza degli esseri viventi sia da prede che da cacciatori (perché a livello di catena alimentare, è vero che ci troviamo all'apice ma solo quando ci avvaliamo di tecnologia venatoria e difensiva, altrimenti siamo prede naturali anche noi, per i carnivori più grossi).

La principale conseguenza del Pensiero Unico è costituita infatti dalla secolarizzazione dell'ipocrisia, trasformata ormai in un'accusa, svuotata del tutto del suo significato originario.

Gaber Destra Sinistra