giovedì 18 agosto 2016

La scienza della mistificazione


Analizzando le statistiche del blog, ho finalmente capito il perché del rinnovato interesse per un articolo - sempre attuale nel messaggio - ma pubblicato nel 2008.
Questa... riesumazione è dovuta principalmente all'interesse di un sito tra i cui interessi svetta il tag BUFALE e già basterebbe questo per collocarlo a pieno diritto tra i siti disinformativi sapendo bene, chi naviga in rete da tanti anni, che chiunque gridi alla bufala o al complottismo, non fa che attuare un protocollo messo a punto dalla CIA in occasione del crash di Roswell del 1947, mirato a confutare con la menzogna e con la derisione qualsiasi verità scomoda per i governi.
Purtroppo è un metodo che funziona egregiamente sulle menti più labili ed influenzabili ovvero tutti coloro che fin dalla diffusione della stampa
giornalistica e poi dalle comunicazioni radiotelevisive, non prendono neanche in considerazione l'idea che i media di regime possano propagandare notizie false.
Una delle barriere più efficaci contro la diffusione di notizie che metterebbero in cattiva luce i governi è costituita infatti da un assioma indimostrabile che alberga in queste menti semplici: "I nostri governi non farebbero mai cose del genere"
A questo dogma si aggiunge la scarsa preparazione scientifica della gente comune, carenza che la rende priva di strumenti analitici.
Paradossalmente, proprio l'assenza di preparazione scientifica conferisce a queste persone una fiducia assoluta in quella che loro ritengono essere "la scienza": quella ufficiale.

Lanciato il 16 agosto scorso, l'articolo pubblicato sul sito wired.it appare come un classico contro-articolo di critica disinformativa zeppo di accuse infondate e assolutamente privo di scientificità nonostante l'autore si qualifichi come "giornalista scientifico". Mi piacerebbe conoscere il suo livello di competenza in fisica dell'atmosfera, giusto per capire se ci è o ci fa.

Le locuzioni "scie chimiche e complotti" sono utilizzate assieme già nel titolo di testa dell'articolo e questo già ne categorizza la valenza.
L'autore dovrebbe sapere che non esistono "teorie del complotto" [sottotitolo] ma solo ipotesi più che plausibili fondate quasi invariabilmente su fatti dimostrabili, dimostrazioni o rilievi.

Qualcuno forse non sa che il corrispettivo americano del termine "complottismo" (conspiracy) fu coniato dai mezzi di propaganda governativa in occasione dell'omicidio di John Kennedy per sminuire, di fronte all'opinione pubblica, le imbarazzanti tesi nate dall'analisi oggettiva dei fatti di Dallas. 

E quindi anche noi siamo qui a beccarci del complottismo solo perché osiamo trarre conclusioni plausibili dall'osservazione dei FATTI... ma questo è il mondo capovolto nei valori in cui viviamo.

Andiamo avanti nel contro-articolo.

Didascalia a margine di una foto satellitare "L'immagine associata alla bufala".
Dopo averla letta, a cosa servirebbe continuare nella lettura dell'articolo? Questi disinformatori non sanno neanche vendere il loro prodotto. 

Evidentemente molto attento alle notizie scomode, il giornalista esordisce affermando che "Dall’inizio del mese di agosto ha ricominciato a circolare in rete una vecchia storia che contiene tutti gli ingredienti per un perfetto mix da complotto" con tanto di link mirato ad un elenco di 50 Teorie del Complotto tra le quali molti fatti reali più che comprovati. Assimilare il mio articolo a questi costituisce quasi una garanzia di verità e ringrazio per questo infatti nel mio scritto non v'è nulla di fantasioso al di là di qualche legittima ipotesi, il resto sono tutti fatti reali e comprovabili: dalle irrorazioni aeree all'alta percentuale di noduli alla tiroide rilevata nel comune di San Mauro Cilento.

La riesumazione del mio vecchio articolo mi dà modo di aggiungere un'ulteriore testimonianza di prima mano, omessa nell'articolo: nella prima metà degli anni '80, probabilmente tra l'82 e l'83, quando la base era ancora in corso di costruzione, ero solito percorrere in moto il tratto di strada che dalle antenne di Perdifumo scende verso Casal Soprano di San Mauro Cilento. Ebbene, siccome in quel periodo avevo una moto che consumava molto, usavo spesso spegnere il motore in discesa - ove possibile - per risparmiare carburante.
Questo mi consentì di apprezzare, in più di un'occasione, lo scoppio ed il rimbombo delle cariche di perforazione che si propagava direttamente dalla roccia in cui era ricavata la strada, non per via aerea.
E' vero che il suono si disperde meno quando è trasmesso da un corpo solido come una roccia ma è pur vero che la zona in cui era percepibile, dista in linea d'aria non meno di un chilometro e mezzo dalla base e si trova circa 500m più in basso! Un po' troppo per far pensare a delle perforazioni superficiali.
Questo è un dato di fatto che fa presupporre delle dimensioni interne dei sotterranei della base di molto superiori a quelle dichiarate.
A cosa servirebbero dei volumi simili ad una base concepita unicamente per monitorare il traffico aereo? Per tale scopo basterebbe lo spazio disponibile in  una torre di controllo o poco più.

In definitiva, alla base del mio articolo ci sono esclusivamente quegli elementi concreti che l'articolista di wired.it dichiara di non rilevare. Ma il mestiere di disonformatore presuppone la capacità morale di NON prendere atto dei fatti e lanciare accuse infondate. Spero che lo paghino bene perché se crede realmente in quello che dice, ha delle carenze dal punto di vista della percezione della realtà.

Dei "click" sul blog poi, è evidente che non me ne faccio nulla perché non ho nessun banner che mi porti un utile economico.

In linea con l'approccio disinformativo il finale in cui si accenna non solo alla mia presunta volontà di "acchiappare click" ma anche alla manifesta menzogna che "la storia delle scie chimiche sia stata smontata" perchè se mai è vero il contrario. Dovrebbe umilmente ed oggettivamente informarsi.
Al giorno d'oggi infatti solo uno sprovveduto disinformato può essere convinto che si tratti di una bufala, vista l'evidenza del fenomeno e la valanga di prove - anche da fonti ufficiali - che ne comprovano la consistenza.
Purtroppo l'Italia è molto indietro nella diffusione di consapevolezza e se ci troviamo al 77° posto al mondo quanto a libertà di stampa lo dobbiamo anche all'impegno di tanti giornalisti (anti)scientifici.
In altri Paesi, come la Spagna e gli stessi USA, da anni esistono comitati attivi contro questo fenomeno. Da noi siamo ancora al livello bufala.
Italia sempre ultima in tutto.

Articolo di riferimento su questo blog:
- http://heymotard.blogspot.it/2008/11/ripresa-delle-attivit.html

Articolo antiscientifico "acchiappa click"...: