mercoledì 20 luglio 2016

Ma uno a diciassette anni può già...

Massimo Troisi
La recentissima notizia di cronaca da Cava dei Tirreni, relativa alla violenza sessuale subita da un diciassettenne, è stata diffusa con titoli richiamanti un problema antico emerso da pochi anni alle cronache (ed alle coscienze) che sarebbe quello della pedofilia.
Ora, capisco che la cosa risulterebbe Politicamente Scorretta (e quindi vera ma ultimamente la verità fa male) però a me pare che nel caso di una vittima adolescente... terminale, non ci siano più gli estremi per parlare di pedofilia. Non sarebbe molto più corretto e veritiero parlare di omosessualità violenta?
Qual'è il problema di dire la verità: si offende qualche potente lobby o la stupidità di qualcuno?

Perché a me, fugando i dubbi che esprimeva Massimo Troisi in "Ricomincio da Tre", risulta che a diciassette anni non vi siano più elementi fisiologici né mentali per essere classificati come "bambini". Tanto per incominciare, possono legalmente conseguire la patente di guida e l'anno dopo possono anche andare a votare la gente che stabilisce arbitrariamente se sono grandi o sono ancora bambini. Quindi attenzione.

Il vero problema è che ormai i media comunicano attraverso modelli di tendenza imposti dall'alto. Se si deve dare addosso alla pedofilia, lo si fa anche adducendo casi che non c'entrano nulla col tema, magari dimenticandosi colpevolmente di dare risalto a casi come quello del Forteto solo perché coperto politicamente; se si deve esarcerbare il problema del terrorismo "islamico", ogni esternazione poco educata da parte di un musulmano diventa un atto di terrorismo; se si deve indurre a pensare che la diffusione delle armi da fuoco sia la causa diretta delle stragi, ogni volta che è un delinquente ad usarle si cerca d'impedire agli onesti di possederle, stravolgendo le conclusioni di qualsiasi ragionamento sereno ed analitico.
Ma se l'ha detto la televisione...