lunedì 11 luglio 2016

Dove vai se la cintura non ce l'hai?


E' di oggi la notizia che il risarcimento previsto per il decesso delle studentesse Erasmus, occorso nell'incidente di bus spagnolo del 20 marzo scorso, sarà decurtato in base al riscontro che le stesse non avevano indossato le cinture di sicurezza.
E' vero che i bus montano la sola fascia addominale ma la stessa è sufficiente per evitare di venir sbalzati dal sedile in caso d'incidente.
Dalle cose che scrivo in rete, può sembrare che io sia totalmente anarchico e contrario alle regole in generale ma non è così: sono contrario solo alle regole gravemente lesive concepite per controllare e sottomettere la popolazione e gli individui che la compongono, non a quelle dettate dal Buon Senso.
Da quando si è capito che in caso d'incidente si rischia molto meno rimanendo assicurati al sedile, una regola di buon senso impone l'utilizzo delle cinture e
non può essere biasimata una Compagnia assicuratrice se applica un coefficiente riduttivo della liquidazione, in casi del genere.
Le Compagnie assicuratrici, almeno in Italia, fanno cartello, godono di leggi che le proteggono ed operano in maniera vessatoria fin quasi alla disonestà ma non è giusto che si facciano carico di danni derivanti da comportamenti o omissioni, come in questo caso, che mettono a repentaglio la sicurezza.
In Germania le Compagnie arrivano a non risarcire affatto i proprietari di veicoli che al momento del sinistro montavano pneumatici non previsti dal Costruttore sulla Carta di Circolazione, anche quando non può essere ascritta a questa variabile la causa dell'incidente!

Ma in Italia, si è sempre pronti ad indignarsi ed a fare qualche eccezione alle regole di legge ed alla parità dei diritti quando i sentimenti oppure la corrente morale del momento prevalgono sulla fredda analisi dei fatti.
Mi riferisco a fatti di cronaca (nera) che coinvolgono donne, bambini, persone di razze diverse da quelle tipicamente italiche e perfino soggetti orientati sessualmente in maniera diversa dalla mera funzione riproduttiva che, in maniera ipocritamente discriminatoria, pare abbiano diritto di godere di un pacchetto di diritti extra, sconti di pena e comprensione non previsti agli altri esseri umani.
Non è da escludere che gli stessi genitori delle ragazze coinvolte nell'incidente, se avessero appreso della notizia di un incidente simile avvenuto nella lontana Africa o nella popolosa India, avrebbero commentato che però le ragazze se la sono un po' cercata perché non indossavano le cinture.

Personalmente, quelle poche volte che mi capita di viaggiare in bus muniti di cinture, le indosso anche se la cosa fa ridere gli altri impavidi viaggiatori. Diceva Totò: "Fatevi una risata in faccia a questa pipa!".
Coerentemente con quello che sostengo, molto prima che fossero obbligatorie, non mancavo mai di usarle quando ero in auto anche se spesso la mancanza dei poggiatesta ne rendeva l'uso quasi quasi più rischioso del disuso. Comunque tornavano utili anche in caso di sbandata, al fine di non perdere il controllo dell'auto, perché evitavano di scivolare sui sedili rigidi e poco anatomici delle auto del secolo scorso.