domenica 19 giugno 2016

Bikers for Trump

Sottolineando che disapprovo sia lo spirito biker americano che almeno alcuni dei programmi del candidato alla Casa Bianca Donald Trump, sono convinto che per un Paese militarmente così potente come gli USA, qualsiasi "cosa" sia meglio della minaccia anzi della certezza guerrafondaia ed imperialista costituita da Hillary Clinton.

E' successo in America esattamente a Phoenix, Arizona, prima tappa USA della turbolenta immigrazione messicana, che alla faccia dei luoghi comuni che dipingono i motociclisti invariabilmente
come i cattivi, siano stati proprio i bikers locali a garantire uno svolgimento pacifico di almeno questo episodio della campagna elettorale di Trump. 

Da precisare che molti di loro sono veterani di guerra o ex-poliziotti, quindi non stiamo parlando dell'improvvisa riconversione di delinquenti di strada.
Le bande di "motociclisti" che gestiscono il traffico della droga esistono ancora e continueranno ad esistere fino a che esisterà il proibizionismo che in tutti i campi in cui è stato applicato ha creato più delinquenti e problemi che soluzioni.

Curiosamente, anche in Russia era successo che il più importante gruppo di bikers del Paese appoggiasse la politica più progressista e filonazionalista (nel senso buono del termine), cosa al tempo rimarcata in questo post: Patrioti su due ruote

A quando un'Internazionale Motociclistica per la salvezza del pianeta, visto che gli appiedati e gli autonauti, finora non hanno ottenuto risultati decenti?