venerdì 21 agosto 2009

Un Big Mac in uno strano paniere in gabbia...

Premesso che tutte le impressioni che andrò ad esporre si basano unicamente su riscontri personali e non su tediose - quanto inutili, dimostrerò - ricerche in rete, voglio esporre ciò che penso su di un argomento che riguarda in questo periodo la politica italiana, per quanto la politica come materia in sé per la sua vacuità rappresenti in genere il secondo dei miei disinteressi (il primo è il calcio, inteso come gioco a palla).

L'immagine d'apertura non è casuale in quanto lo spunto per scrivere queste righe mi è venuto proprio ascoltando incredulo e sdegnato la notizia che il famigerato Big Mac, icona del junk food, è stato inserito nel "paniere" che dovrebbe andare ad individuare (secondo loro...) le reali esigenze economiche dei consumatori di tutto il mondo.

Io credo che questa scelta sia del tutto inopportuna per i seguenti motivi:

- non è un indice dei normali consumi, perché nessuna persona sana di mente sarebbe mai disposta a tirar fuori un solo centesimo per ingurgitare "cibo" di così scarsa qualità e sicuramente dannoso per l'organismo; in merito suggerisco di visitare il sito dal quale è stata tratta l'immagine utilizzata.

- un paniere così concepito non raggiunge comunque lo scopo prefissato: senza perdersi in un'analisi particolareggiata degli elementi che compongono l'attuale modello standard dei consumi, chiunque può constatare da sé quali siano le voci che realmente incidono di più sulla... erosione delle disponibilità economiche della famiglia media italiana: il costo dei carburanti ed il costo delle assicurazioni RCA, senza tralasciare le polizze aggiuntive furto/incendio irrinunciabili se si vive in determinate zone del nostro sgangherato Paese. Inutile eludere la realtà: in Italia è il costo dei carburanti utilizzati per l'autotrazione, il riscaldamento e le cucine a costituire la principale "sofferenza" per le nostre tasche. La maggior parte dei trasporti di persone e merci avviene bruciando combustibili fossili e qualsiasi paniere che non tenga conto di questo è completamente fuori dalla realtà ed assolutamente non indicativo.

Per quanto riguarda la riproposizione delle gabbie salariali che differenzino gli stipendi base tra nord e sud del nostro Paese, ecco di seguito i miei riscontri personali basati su fatti facilmente riscontrabili. Tale confronto è effettuato paragonando le realtà che conosco meglio: quella di un paesino, incastonato sulla costa cilentana in provincia di Salerno e quello di una ricca cittadina della Toscana sede della più antica Banca del mondo, i cui circenses sono costituiti da una famosa corsa di cavalli in costume e costumi medievali e che dispone di una piazza - su cui si affaccia proprio la Sede della famosa banca - dedicata nientedimenoché... all'inventore della cambiale...! Tale confronto dovrebbe risultare quindi alterato dalla differenza che c'è tra un'economia traballante - quella del paesino del sud - legata sostanzialmente al turismo attivo in un paio di mesi estivi ed una solida come quella di un capoluogo di provincia del centro Italia la cui economia è costituita da solide industrie come quella agricola e vitivinicola - famosa ed apprezzata in tutto il mondo - quella dei laterizi (il famoso cotto), quella delle università e quella consolidata più di recente del business ospedaliero con tutti i suoi indotti e senza dimenticare l'importanza economica della banca di cui sopra ed il forte apporto di valuta da parte del turismo. Ebbene la realtà non è quella che si può immaginare...

Nel paesino del sud infatti la benzina colorata in verde costa € 1,395 mentre a Siena (è chiaramente a questa città che mi riferisco) nessuna pompa la vende a cifre uguali o superiori a € 1,300;

Le polizze aggiuntive incendio/furto alle RCA costano mediamente di più che a Siena in quanto quella che fa testo è la provincia di Salerno nonostante in paese non esistano praticamente casi di furto o incendio di autoveicoli tanto che molti lasciano parcheggiate le auto con le chiavi al quadro perché nel caso ostruiscano il passaggio negli stretti vicoli un passante in transito può spostarle...;

Senza prendere in considerazione i discount (inesistenti nel paesino), i prezzi medi di alimentari e casalinghi sono nettamente più bassi a Siena presso le reti Coop, Pam, Sma, Conad che non nel paesino presso la stessa rete Conad o anche la Despar e la Sisa. Non a caso pare che la città italiana in cui gli alimentari costano meno sia la carissima - per altri versi - Firenze!;

La tariffa oraria di una colf a Siena è di 9euro contro i 12 del paesino.

A Siena i servizi pubblici (trasporti compresi) sono mediamente funzionali e funzionanti: ci si può facilmente, IN ECONOMIA ed in breve tempo risolvere da sé incombenze burocratiche presso il Catasto, Conservatoria, INPS, Motorizzazione ed uffici pubblici di vario genere. Così non è per quanto riguarda il paesino: a parte il fatto che per alcuni uffici è necessario spostarsi presso il capoluogo di provincia (almeno 60km di distanza) e prenotarsi di mattina prestissimo almeno un paio d'ore prima dell'apertura degli sportelli, e a parte il fatto che per spostarsi l'auto è quasi irrinunciabile per motivi di tempo e praticità (e l'auto in città costa anche parcheggiata...), il fatto stesso che negli uffici del sud risolvere i problemi sia istituzionalmente più difficile e MAI avviene che per risolvere un problema basti una sola visita all'ufficio, comporta il fatto che molti cittadini scoraggiati dall'andazzo che conoscono molto bene preferiscono affidarsi a professionisti a pagamento (geometri, ragionieri, ecc.) che oltre ad essere meglio visti e serviti del privato in tali uffici, sanno bene come districarsi nelle giungle burocratiche. Per cui anche sotto questo aspetto la vita al Sud è molto più cara che al Centro. Al nord non saprei.

Detto tutto questo, faccio notare come il confronto sia in effetti sbilanciato in partenza: paragonando tra loro i due capoluoghi (Siena e Salerno) oppure due qualsiasi paesini turistici omologabili tra loro e compresi nelle rispettive provincie, il confronto sarebbe ancora più indicativo del maggiore costo della vita al Sud!

Tenendo conto di quanto esposto, a me come meridionale andrebbe anche bene parlare di gabbie salariali... purché ci si basi su "panieri" veramente indicativi della vita reale!